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Busta paga, cambia tutto da quella di gennaio: ecco chi guadagnerà di più, tutti i calcoli

www.liberoquotidiano.it 06-01-2025 11:10 2 Minuti
Con la manovra 2025, in cui sono stati confermati il cuneo fiscale e l'Irpef a tre aliquote ed è stato introdotto un tetto alle detrazioni fiscali, cambieranno gli stipendi. Le buste paga dei lavoratori quest'anno saranno diverse, soprattutto per chi ha un reddito medio basso e una famiglia numerosa. I più svantaggiati saranno i single e quelli con un reddito più alto. In particolare, i lavoratori con reddito fino a 20mila euro in busta paga avranno uno sconto di tasse sul: - 7,1% del reddito fino a 8.500 euro annui; - 5,3% fra 8.501 e 15 mila euro; - 4,8% fra 15.001 e 20 mila euro. Per chi guadagna sopra i 20mila euro e fino ai 32, la detrazione è fissa di mille euro. Per chi guadagna invece sopra quella cifra e fino a 40mila euro la detrazione va a scalare: da 40 mila euro si deve sottrarre il proprio reddito e il risultato va diviso per 8mila e moltiplicato per mille. Tra i 40 e i 75mila euro tasse e detrazioni restano invariate. Per quanto riguarda i tetti alla possibilità di usare le detrazioni, sopra i 75mila euro di reddito il limite è fissato a 14mila euro fino a 100.000 euro e 8mila euro sopra questa soglia. Gli importi ora previsti dalle detrazioni dovranno poi essere modificati in base al numero dei figli a carico e alla loro età: si dimezza se non ci sono figli, si riduce con uno o due figli a carico, rimane intatta se si ha un figlio disabile. I due tetti da 14 e 8mila, poi, vanno moltiplicati per un coefficiente famigliare, determinato dal numero dei componenti del nucleo, dando così l'importo massimo per cui si può chiedere il rimborso. I coefficienti sono: - 0,50 in assenza di figli; - 0,70 con un figlio a carico; - 0,85 con due figli; - 1 più di due figli o uno con disabilità. Scompare invece la possibilità di detrarre le spese dei figli sopra i 30 anni. L'eventualità resta solo se si tratta di figli con disabilità.

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Ci sono rischi che il prezzo del gas possa arrivare fino a 84 euro a megawattora. Non tanto per lo stop dei flussi dalla Russia via Ucraina, uno scenario ben previsto, quanto piuttosto per il freddo che nelle ultime settimane sta interessando l'Europa, con temperature di 4 gradi in media più basse rispetto agli ultimi 10 anni, con conseguente aumento della domanda di gas. Lo rileva un report di Goldman Sachs che nota come le basse temperature sono previste anche per le prossime due settimane. «I prezzi europei del gas sono aumentati del 14% nelle ultime due settimane fino a 50 euro a megawattora questa settimana, il livello più alto da oltre un anno. Mentre la notizia chiave di questa settimana nel settore del gas naturale è stata lo stop dei flussi residui di gas russo attraverso l'Ucraina, a nostro avviso il principale fattore di tensioni per il gas in Europa quest'inverno saranno le temperature più fredde della media, previste per le prossime due settimane, insieme alla bassa produzione di energia eolica in Norvegia con le conseguenti interruzioni», riporta lo studio di Goldman Sachs. L'Istituto vede «rischi significativi che i prezzi del Ttf salgano in un range di 63-84 euro/MWh nel prossimi mesi, ben al di sopra del nostro scenario base Ttf di 40 euro/MWh per il 2025». Lo stop del gas russo, ovviamente, contribuirà ad alimentare tensioni sui prezzi. «Stimiamo», si legge nel rapporto, «che la sospensione dei flussi di gas russo da 42 milioni di metri cubi al giorno a zero dal 1° gennaio, che era il nostro scenario base e ampiamente condiviso dal mercato, rappresenti un inasprimento netto per gli equilibri del gas nell'Europa del Nord-Ovest dell'ordine di 16 milioni di metri cubi al giorno (circa il 2,7% della nostra domanda prevista nel 2025 per la regione)».

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